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I TRE GRANDI DI SPAGNA

Dalì + Picasso + Mirò

La mostra “I tre grandi di Spagna: tre visioni, una eredità” racconta genesi e sviluppo di alcune delle avanguardie artistiche più importanti del Novecento attraverso il lavoro di tre dei suoi più importanti esponenti: Pablo Picasso, Joan Miró e Salvador Dalí.
Tre artisti, tre sguardi unici e rivoluzionari, un’eredità condivisa che ha trasformato per sempre il volto dell’arte moderna e sviluppato simboli e linguaggi che ancora oggi influenzano la nostra contemporaneità.

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Il percorso espositivo, diviso in sei sezioni, ripercorre le tappe fondamentali della storia di Picasso, Miró e Dalí a cominciare dalla loro formazione, il fermento culturale della Catalogna – terra d’origine per Miró e Dalí e di iniziazione artistica per Picasso – e l’influenza decisiva esercitata dai movimenti del Modernismo e del Noucentisme.

Dalla comune rottura con i canoni accademici al trasferimento nella Parigi delle avanguardie, passando per incontri cruciali e momenti di svolta, la mostra racconta come ciascuno abbia elaborato un linguaggio radicalmente personale, contribuendo a plasmare il panorama dell’arte del secolo scorso

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PELLIZZA DA VOLPEDO

A più di un secolo dall’ultima e unica mostra monografica dedicata all’artista piemontese, realizzata nel 1920 alla Galleria Pesaro, Milano ripercorre la vicenda artistica e biografica di Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907) in un’esposizione ideata dalla Galleria d’Arte Moderna che di lui conserva, oltre al suo capolavoro, il Quarto Stato, alcune opere altrettanto significative della sua produzione arti.

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Nato nel borgo di Volpedo, Pellizza manifesta sin da ragazzo una propensione per il disegno e, grazie anche all'appoggio del mercante d'arte Alberto Grubicy, entra all'Accademia di Brera a Milano.

 

Si sposterà poi da Milano a Roma, da Firenze a Bergamo con una breve tappa a Genova.

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Ammira l'opera di Giovanni Segantini ed abbraccia le istanze divisioniste, portandolo a realizzare dei capolavori indiscussi dell'arte italiana.

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ESCHER, TRA ARTE E SCIENZA

Attraverso 90 opere dell’artista tra incisioni, acquerelli, xilografie e litografie, oltre a una quarantina di pezzi islamici di confronto, la mostra indaga il rapporto fra Escher e le sue fonti di ispirazione,  seguendo l’evoluzione dell’artista: dagli esordi legati all’Art Nouveau, passando per i paesaggi italiani, fino alla piena maturità in cui sviluppa l’uso di tassellazioni, cicli metamorfici, illusioni ottiche e rappresentazioni dell’infinito che lo hanno reso celebre grazie a un linguaggio visivo unico che unisce arte e matematica.

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La mostra approfondisce un aspetto ancora poco conosciuto dal grande pubblico, ossia lo stretto rapporto che l’artista ebbe con l’arte islamica e come l’uso delle simmetrie, la ripetizione modulare e la visione astratta dello spazio – elementi chiave dell’arte islamica – abbiano offerto a Escher uno spunto importantissimo per superare la rappresentazione naturalistica della realtà

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MAN RAY, forme di luce

Man Ray è senza dubbio uno dei grandi protagonisti dell’arte del XX secolo. Fu uno dei primi a utilizzare la fotografia come un vero e proprio medium creativo, realizzando opere emblematiche che sono entrate a far parte della storia dell’arte del Novecento. 

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La retrospettiva permetterà al pubblico di ripercorrere le tappe biografiche e della carriera di Man Ray. Grazie a un importante nucleo di materiali originali (stampe vintage, negativi, collage, documenti) è possibile documentare la storia di Man Ray dalla nascita (1890, Philadelphia), agli ambienti newyorkesi dove scopre le avanguardie europee e stringe amicizia con Marcel Duchamp, fino all’approdo parigino del 1921. 

A Parigi viene accolto dai poeti André Breton, Louis Aragon, Paul Éluard e incontra poi la cantante e modella Kiki de Montparnasse, sua amata e musa, creando fotografie immortali come Noire et blanche o Le Violon d’Ingres. In seguito, si dedicherà al mondo della moda e alla realizzazione delle famose “rayografie” e “solarizzazioni”. Rientrato negli Stati Uniti nel 1940, torna a Parigi nel 1951, dove rimane fino alla morte nel 1976. 

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Attraverso un percorso tematico (gli autoritratti, le muse, i nudi, le rayografie e solarizzazioni, la moda), questa mostra propone la riscoperta di un artista unico nel suo genere e un geniale pioniere.

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PALAZZO CITTERIO

Palazzo Citterio  apre le sue porte alla città: storico edificio settecentesco, sorge nel cuore di Milano, in via Brera, ed è stato inutilizzato per oltre 40 anni.

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In questo nuovo spazio restituito alla città, tra le sale allestite da Mario Cucinella, trovano finalmente casa le due collezioni Jesi e Vitali: oltre 200 opere che comprendono capolavori dell’arte italiana e internazionale - Morandi, Boccioni, Modigliani, Picasso, Braque. A queste si aggiunge la raccolta degli Autoritratti minimi di grandi artisti del Novecento appartenuta a Cesare Zavattini, le 23 Fantasie di Mario Mafai, donate da Aldo Bassetti, e un consistente numero di opere di grandi maestri, quali Picasso, de Chirico, Savinio, Campigli, Cassinari, Melotti, de Pisis, acquistate per essere esposte nelle stanze di Citterio.

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mostra ANDREA APPIANI

Milano rende finalmente omaggio ad Andrea Appiani (Milano, 1754 – 1817), figura centrale del Neoclassicismo italiano e protagonista assoluto della pittura a cavallo tra Illuminismo e Impero, con la mostra Appiani. Il Neoclassicismo a Milano, in programma a Palazzo Reale dal 23 settembre 2025 all’11 gennaio 2026.

 

L’esposizione offre uno sguardo completo e profondo sulla produzione artistica e sull’identità intellettuale del ‘primo pittore’ del Regno d’Italia napoleonico, insignito di medaglie onorifiche come la Légion d'honneur, definito il “pittore delle Grazie”, figura chiave del neoclassicismo milanese e nazionale. La sua raffinata, armoniosa arte è stata al centro di commissioni religiose, aristocratiche e politiche.

 

Celebre soprattutto nel periodo napoleonico, la sua produzione spazia dagli affreschi monumentali, ai ritratti, alle medaglie, con uno stile unico riconosciuto per equilibrio, grazia e rigore formale

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